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Habemus Papam: dentro l'elezione del pontefice.


Articolo a cura di Flavia Pollice

Revisione a cura di Pietro Guerini.



La recente elezione.

L’8 maggio è stato eletto il successore di Papa Francesco: si tratta di Robert Francis Prevost, Leone XIV. È il primo papa statunitense della storia, già prefetto del Dicastero dei vescovi. Alle 18:07, nel secondo giorno di votazioni, al quarto scrutinio, si è levato fumo bianco a San Pietro, e un’ora dopo il papa viene annunciato ai fedeli.

Da chi viene eletto il papa

Il papa viene eletto dal Conclave, dal latino “cum clavis” che significa “chiuso con chiavi”. Questo nome deriva dall’avvenimento storico del 1270, quando i cardinali di Viterbo – allora sede papale – furono chiusi a chiave nella sala grande del palazzo papale dagli abitanti della città, stanchi dei due anni di indecisioni sul futuro papa, con l’intenzione di accelerare detto procedimento. Il Conclave fu formalizzato da Papa Gregorio X con la Costituzione Apostolica “Ubi periculum” durante il Secondo Concilio di Lione nel 1274. Detta costituzione introdusse regole specifiche per l’elezione del papa, tra cui il confinamento dei cardinali in un luogo chiuso per evitare influenze esterne.

È un processo ricco di storia, tradizione e regole precise, stabilite in particolare dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, promulgata da Giovanni Paolo II nel 1996 e successivamente modificata da Benedetto XVI e da Papa Francesco.

Chi può essere eletto?

Può essere eletto qualsiasi uomo battezzato, ma nella prassi i papabili vengono identificati tra i cardinali, in quanto già vescovi e conosciuti nella Chiesa. Per l’elezione del Papa, non esiste una lista di candidati: infatti, nessun cardinale può autocandidarsi né fare pressione per esserlo. È vietata ogni forma di campagna elettorale. Tuttavia, nei giorni prima del Conclave, durante le congregazioni generali, i cardinali apprendono le visioni di ciascuno discutono dei bisogni della Chiesa e si formano opinioni su chi potrebbe essere adatto al ruolo di papa. Qui emergono i cosiddetti “papabili”, ovverosia coloro che appaiono idonei. Questo processo avviene in modo molto discreto.


Il Conclave: come funziona il processo elettivo

Il Conclave è la riunione del Collegio cardinalizio della Chiesa cattolica, e per estensione prende lo stesso nome la sala dove avviene. È composto dai cardinali: quelli sotto gli ottant’anni possono votare, mentre quelli con più di ottant’anni possono partecipare alle riunioni ma non votano. Il numero massimo di elettori è centoventi anche se talvolta può essere leggermente superato tramite dispensa papale. La riunione segreta avviene nella Cappella Sistina, in Vaticano, e inizia dai quindici ai venti giorni dopo la morte o rinuncia del Papa precedente, per permettere l’arrivo di tutti i cardinali. I cardinali vengono completamente isolati dal mondo esterno. Alloggiano nella Domus Sanctae Marthae e possono muoversi solo tra questa e la cappella Sistina. È vietato qualsiasi contatto con l’esterno, quindi non possono utilizzare telefoni, navigare su internet, giornali, e simili

La votazione avviene per mezzo di schede segrete scritte a mano; ogni giorno si tengono un massimo di quattro votazioni: due al mattino e due al pomeriggio. Per l’elezione è necessaria una maggioranza qualificata dei due terzi.

In ogni scrutinio, inizialmente vengono distribuite le schede con sopra annotato: “Eligo in Summum Pontificem” (Scelgo come Sommo Pontefice); successivamente i cardinali scrivono il nome del candidato e depositano la scheda nell’urna, uno alla volta, davanti all’altare. A questo punto si contano i voti e, una volta terminato il procedimento le schede vengono bruciate.

Per comunicare l’esito degli scrutini al mondo esterno, viene emesso del fumo dal comignolo della Cappella Sistina: se nero, non si è ancora raggiunta la maggioranza assoluta dei voti; se bianco, il Papa è stato eletto.

Il decano del Collegio cardinalizio, a quel punto chiede all’eletto: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?”. Se accetta, gli viene chiesto quale nome pontificale desideri assumere, e infine il cardinale protodiacono annuncia: “Habemus Papam”, seguito dal nome del nuovo pontefice.

La storia del Conclave

Il primo papa, secondo la tradizione cattolica, è San Pietro. I successori di Pietro venivano scelti principalmente dal clero romano, con la partecipazione della comunità cristiana. Non vigeva nessuna procedura fissa, era più una forma di riconoscimento comunitario.

Dopo l’Editto di Milano del 313 d.C., l’elezione diventò più strutturata, ma ancora coinvolgeva clero e popolo. Talvolta anche l’imperatore romano interveniva, influenzando o approvando l’elezione.

Papa Niccolò II, nel 1059, stabilì che solo i cardinali vescovi avessero il diritto di eleggere il Papa. Da allora, il sistema si è evoluto nei secoli successivi, fino a quando, nel 1274, il concilio di Lione II introdusse formalmente l’obbligo del Conclave.

Sistema elettorale del Papa e del Presidente della Repubblica Italiana a confronto

Il Papa è Sommo pontefice della Chiesa cattolica, egli detiene la potestà piena e suprema di guida pastorale della Chiesa che si fonda nella Scrittura e nella sacra Tradizione. Il Presidente della Repubblica svolge una funzione di sorveglianza e coordinamento, secondo le norme stabilite dalla Costituzione italiana, di cui è garante.

Anche se queste due figure possono sembrare molto diverse, presentano alcune similitudini, oltre evidenti differenze.

Come già detto, il Papa viene eletto dai cardinali sotto gli ottanta anni; il Presidente della Repubblica viene eletto da circa mille grandi elettori, composti da deputati, senatori e delegati regionali.

In teoria, qualsiasi uomo battezzato può essere papa, così come qualsiasi cittadino italiano con almeno cinquanta anni, in possesso dei diritti civili e politci, può essere presidente della Repubblica.

Entrambe le elezioni prevedono scrutinio segreto e una maggioranza qualificata dei due terzi. Tuttavia, per il Presidente della Repubblica, dal quarto scrutiniuo in poi è sufficiente raggiungere la maggioranza assoluta. La durata del mandato papale è a vita, mentre quello del Presidente è di sette anni, con possibilità di rielezione. La differenza principale tra le due elezioni è il loro carattere sostanziale: quella del papa ha carattere spirituale e avviene in totale isolamento dei cardinali, vietando qualsiasi influenza politica; quella del Presidente della Repubblica ha invece natura politica e istituzionale, ed è spesso influenzata trattative tra partiti.

L’elezione del Papa rappresenta un momento di grande importanza spirituale e storica per la Chiesa cattolica, ma anche per milioni di fedeli nel mondo. Un rito che unisce tradizione e mistero, e che ancora oggi riesce a coinvolgere l’attenzione globale. Mentre le modalità di selezione possono apparire anacronistiche rispetto a quelle laiche e democratiche, il Conclave conserva un significato profondo, simbolo della continuità e della sacralità della Chiesa. In un mondo sempre più veloce e connesso, il silenzio della Cappella Sistina resta una voce forte di spiritualità e attesa.


Bibliografia

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