I PANAMA PAPERS E LA REGOLAMENTAZIONE DELLA SEGRETEZZA FINANZIARIA GLOBALE
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- 7 nov
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Articolo a cura di Filippo Visconti
Revisionato da Filippo Domenico Manca

Introduzione
I centri finanziari offshore, comunemente definiti paradisi fiscali, costituiscono una delle principali sfide alla governance economica e giuridica internazionale. Il termine “offshore financial center” non indica soltanto luoghi a bassa o nulla imposizione fiscale, ma soprattutto giurisdizioni che garantiscono un elevato grado di riservatezza societaria e bancaria, ostacolando l’accesso delle autorità straniere alle informazioni sui titolari effettivi. La dottrina giuridica ha a lungo discusso se tali centri possano essere considerati strumenti legittimi di pianificazione fiscale, funzionali alla libertà di scelta dei contribuenti e delle imprese, o se piuttosto si configurino come meccanismi predisposti per agevolare pratiche abusive quali l’elusione, l’evasione e il riciclaggio di capitali. Secondo l’OCSE, l’evasione fiscale internazionale determina ogni anno per gli Stati perdite comprese tra i 100 e i 240 miliardi di dollari, equivalenti a circa il 4-10% delle entrate fiscali mondiali (OECD, Measuring and Monitoring BEPS). Nello stesso solco, Zucman ha stimato che l’8% della ricchezza finanziaria globale, pari a circa 7.600 miliardi di dollari, sia detenuto in giurisdizioni offshore (Hidden Wealth of Nations). Queste cifre evidenziano non solo il peso economico del fenomeno, ma anche la sua rilevanza giuridica, poiché l’occultamento di capitali incide direttamente sulla capacità impositiva degli Stati e, di conseguenza, sulla realizzazione del principio di equità tributaria sancito da molte costituzioni nazionali, come avviene nell’articolo 53 della Costituzione italiana.
Quadro normativo
Il quadro normativo che ha caratterizzato la stagione pre-Panama Papers si fondava su tre pilastri giuridici fondamentali. Il primo era rappresentato dalle azioni al portatore, che consentivano il trasferimento della proprietà delle società senza alcuna registrazione ufficiale. Il secondo era costituito dal segreto bancario e professionale, che limitava drasticamente l’accesso delle autorità straniere ai dati finanziari e patrimoniali. Il terzo riguardava l’assenza di registri pubblici dei titolari effettivi, circostanza che permetteva di nascondere i veri proprietari dietro la schermatura di prestanome e amministratori fiduciari (Palan, Murphy, and Chavagneux 45). Le prime reazioni a livello internazionale si ebbero con il G20 di Londra del 2009, che inserì i paradisi fiscali nell’agenda politica globale e sollecitò la fine del segreto bancario (Cameron). L’Unione Europea intervenne con la Direttiva 2011/16/UE, che introdusse lo scambio automatico di informazioni fiscali tra gli Stati membri (European Union, Directive 2011/16/EU). Parallelamente, l’OCSE elaborò nel 2014 il Common Reporting Standard (CRS), un sistema di condivisione multilaterale dei dati finanziari adottato da oltre cento giurisdizioni (OECD, Standard for Automatic Exchange). Nonostante questi sviluppi, le lacune normative rimanevano profonde: in molti Paesi era ancora possibile aprire società anonime senza efficaci procedure di Know Your Customer (KYC). In questo contesto operava lo studio legale panamense Mossack Fonseca, fondato nel 1977, che rappresentava in maniera emblematica l’infrastruttura globale della segretezza offshore. Con oltre seicento dipendenti distribuiti in quarantadue Paesi, lo studio aveva incorporato più di trecentomila entità societarie. I servizi offerti includevano la creazione di società di comodo prive di reale attività economica, l’utilizzo di amministratori fiduciari, la predisposizione di fondazioni e trust e la fornitura di recapiti postali fittizi (Obermayer and Obermaier 89). Secondo le indagini successive, grandi banche come HSBC, UBS, Credit Suisse e Barclays avevano indirizzato migliaia di clienti verso Mossack Fonseca (ICIJ, Panama Papers).
l leak
La fuga di oltre 11,5 milioni di documenti interni dello studio, resa nota nel 2016 con il nome di Panama Papers, costituì il più grande leak nella storia dei servizi legali e finanziari. L’inchiesta rivelò che più di 214.000 società offshore erano state costituite tra il 1970 e il 2015 e che oltre 140 politici e funzionari pubblici, inclusi il premier islandese Gunnlaugsson, il presidente argentino Macri e familiari del leader cinese Xi Jinping, avevano utilizzato queste strutture giuridiche. Più di 500 banche internazionali risultarono coinvolte come intermediari (ICIJ, Panama Papers). L’impatto politico fu immediato: il premier islandese si dimise, il primo ministro pakistano Nawaz Sharif venne destituito nel 2017 e in molti Paesi europei furono avviate indagini penali e tributarie. Gli effetti normativi furono rapidi. Con l’attuazione del CRS a partire dal 2017, oltre cento giurisdizioni iniziarono a scambiarsi automaticamente dati sui conti bancari. Nel solo 2022 furono condivise informazioni relative a 111 milioni di rapporti finanziari (OECD, CRS Implementation Report). L’Unione Europea adottò la V Direttiva Antiriciclaggio (2018/843/UE), che impose agli Stati membri di istituire registri pubblici dei beneficiari effettivi, e successivamente la VI Direttiva (2018/1673/UE), che ampliò l’elenco dei reati presupposto del riciclaggio (European Union, Directive 2018/843; Directive 2018/1673). Parallelamente, il GAFI rafforzò le raccomandazioni sulla trasparenza societaria (FATF). Panama, sotto pressione internazionale, aderì al CRS ed entrò temporaneamente nella lista nera dei paradisi fiscali dell’Unione Europea (UNCTAD 2020).
Criticità
Nonostante i progressi, le criticità restano significative. Secondo l’UNCTAD, nel 2020 circa il 40% degli investimenti diretti esteri transitava ancora attraverso veicoli societari in giurisdizioni offshore (World Investment Report 2020). Alcuni Paesi hanno introdotto trust opachi non coperti dai registri di trasparenza, mentre la Corte di giustizia dell’Unione europea, con la sentenza C-601/20 del 2022, ha dichiarato incompatibile con il diritto alla privacy l’accessibilità indiscriminata ai registri dei beneficiari effettivi (CJEU, Case C-601/20).
Conclusione
L’esperienza dei Panama Papers ha dimostrato che la segretezza finanziaria costituisce un problema giuridico sistemico e non un’anomalia circoscritta. La lezione principale è che la trasparenza deve essere multilaterale e vincolante, sostenuta da obblighi stringenti, e che le sanzioni nei confronti degli intermediari devono essere realmente dissuasive. È necessario bilanciare la privacy individuale con l’interesse pubblico alla trasparenza, senza la quale la fiducia nelle istituzioni e l’equità tributaria vengono compromesse.
Bibliografia
Obermayer, Bastian, and Frederik Obermaier. Panama Papers: Gli affari segreti del potere. Rizzoli, 2016.
Cameron, David. G8 Summit: Transparency and Tax Evasion Statement. Government of the United Kingdom, 2013.
Court of Justice of the European Union (CJEU). Case C-601/20, Sovim SA v Luxembourg Business Registers. Judgment of 22 November 2022.
European Union. Directive 2011/16/EU on Administrative Cooperation in the Field of Taxation. Official Journal of the European Union, 2011.
Directive (EU) 2018/843 on the Prevention of the Use of the Financial System for the Purposes of Money Laundering or Terrorist Financing (V AMLD). Official Journal of the European Union, 2018.
Directive (EU) 2018/1673 on Combating Money Laundering by Criminal Law (VI AMLD). Official Journal of the European Union, 2018.
FATF. International Standards on Combating Money Laundering and the Financing of Terrorism & Proliferation (The FATF Recommendations). FATF, updated 2023.
International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ). The Panama Papers: Exposing the Rogue Offshore Finance Industry. ICIJ, 2016.
Obermayer, Bastian, and Frederik Obermaier. The Panama Papers: Breaking the Story of How the Rich and Powerful Hide Their Money. Oneworld Publications, 2016.
OECD. Measuring and Monitoring BEPS, Action 11. OECD Publishing, 2015.
Standard for Automatic Exchange of Financial Account Information in Tax Matters (CRS). OECD Publishing, 2014.
CRS Implementation Report 2022. OECD Publishing, 2022.
Palan, Ronen, Richard Murphy, and Christian Chavagneux. Tax Havens: How Globalization Really Works. Cornell University Press, 2010.
UNCTAD. World Investment Report 2020: International Production Beyond the Pandemic. United Nations, 2020.
Zucman, Gabriel. The Hidden Wealth of Nations: The Scourge of Tax Havens. University of Chicago Press, 2015.

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