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Il topo che ha cambiato le regole: Mickey Mouse e l’evoluzione del Copyright

Aggiornamento: 24 set 2024

Articolo a cura di Carlo Matarazzo

Revisione a cura di Riccardo Moggio

 

La proprietà intellettuale (IP) nel sistema di Common Law americano: come la protezione di Steamboat Willie ha ridisegnato il futuro della proprietà intellettuale e innescato un dibattito globale sull’accesso al patrimonio culturale.


La proprietà intellettuale (IP) rappresenta un insieme di diritti che garantiscono la tutela delle creazioni nate dalla mente umana, tra cui opere artistiche, invenzioni, segreti industriali e marchi. La funzione principale di questo ramo del diritto è promuovere l'innovazione e la creatività. 

Il concetto di IP si articola in diverse categorie principali, ognuna con caratteristiche specifiche:

  • Copyright: protegge opere letterarie, artistiche e multimediali originali, conferendo ai creatori diritti esclusivi di riproduzione, distribuzione e trasformazione delle opere Negli Stati Uniti, il copyright è regolato dal Copyright Act del 1976 e dura 70 anni dopo la morte dell'autore per le opere individuali. Per le opere aziendali ("work for hire") e anonime, la protezione dura 95 anni dalla prima pubblicazione o 120 anni dalla creazione, a seconda di quale termine arrivi prima.

  • Marchi: tutelano i simboli, i nomi e i segni distintivi utilizzati per identificare prodotti o servizi. L'uso di un marchio registrato conferisce al titolare diritti esclusivi, permettendo di prevenire la confusione dei consumatori e proteggere l'integrità del brand. A differenza del copyright, i marchi possono essere rinnovati illimitatamente.

  • Brevetti: forniscono diritti esclusivi su nuove invenzioni, garantendo un monopolio temporaneo sull'uso e la commercializzazione della scoperta per un massimo di 20 anni. I brevetti possono riguardare invenzioni di utilità (prodotti o processi) o di design (aspetti estetici).

  • Segreti industriali: proteggono informazioni commerciali riservate, come formule, metodi e processi aziendali che conferiscono un vantaggio competitivo.


Uno degli aspetti distintivi del sistema di common law, rispetto al sistema di civil law, è l'enfasi sui precedenti giuridici (stare decisis), che influenzano l'applicazione e l'interpretazione delle leggi. Le decisioni dei tribunali hanno quindi un impatto significativo sulla definizione dei limiti e delle modalità di applicazione della IP, rendendo questo campo del diritto altamente dinamico. Per esempio, le decisioni della Corte Suprema degli Stati Uniti hanno storicamente contribuito a chiarire aspetti chiave del copyright, come l'ambito del "fair use", un pilastro della normativa statunitense sul copyright.


Il fair use consente l'utilizzo limitato di materiale protetto da copyright senza il permesso del titolare, a condizione che tale utilizzo rispetti determinati criteri. La giurisprudenza statunitense ha definito quattro fattori per valutare la liceità di un uso secondo il principio del fair use:

  1. Scopo e carattere dell'uso: gli usi a scopo di critica, commento, giornalismo, insegnamento o ricerca tendono a essere considerati leciti.

  2. Natura dell'opera protetta: le opere creative godono di una protezione maggiore rispetto a quelle puramente informative o tecniche.

  3. Quantità e sostanzialità della parte utilizzata: l'uso di piccole porzioni dell'opera originale è più probabile che venga considerato fair use rispetto all'utilizzo di parti sostanziali.

  4. Effetto dell'uso sul mercato potenziale dell'opera originale: se l'uso interferisce con il mercato dell'opera originale, riducendone le vendite o i profitti, è meno probabile che sia considerato fair use.


Un caso storico di come questi fattori vengano applicati è la sentenza della Corte Suprema nel caso Campbell v. Acuff-Rose Music, Inc. (1994), che ha chiarito che un utilizzo parodistico di un'opera può essere considerato fair use, anche se a scopo commerciale. Questo principio è fondamentale per comprendere il bilanciamento tra protezione del diritto d’autore e libertà di espressione creativa negli Stati Uniti.

Nonostante le numerose sentenze e cambiamenti delle leggi riguardanti la proprietà intellettuale, il bilanciamento tra i diritti dei creatori e l'accesso del pubblico alle opere protette è una questione che rimane da sempre dibattuta, soprattutto nel contesto odierno, in cui attraverso i social ed altri mezzi tecnologici la condivisione di questi contenuti avviene ad una velocità che non era possibile prevedere negli anni in cui sono nate queste leggi.


Il caso Disney e il Mickey Mouse Act: storia e impatto

È importante capire come la proprietà intellettuale non sia solo una questione di protezione economica, ma riguarda soprattutto il modo in cui le persone possono ottenere ed utilizzare le risorse culturali e intellettuali della società. Questo aspetto si manifesta particolarmente in uno dei casi più importanti del XX secolo a tal riguardo: il caso di Disney e la protezione della prima apparizione di Mickey Mouse nel cortometraggio animato "Steamboat Willie" del 1928, che segna l’inizio di una delle icone culturali più potenti del secolo precedente. 


L'iniziale durata del copyright su questo personaggio era molto più breve rispetto agli standard attuali, il che avrebbe comportato l'ingresso di Steamboat Willie nel dominio pubblico nel 2003, tuttavia il Sonny Bono Copyright Term Extension Act del 1998, informalmente noto come “Mickey Mouse Act”, estese la durata del copyright negli Stati Uniti, prolungando di vent'anni la protezione per le opere registrate dopo il 1923. La legge stabilì che i diritti d'autore per tali opere, originariamente fissati a 75 anni dalla data di pubblicazione, sarebbero stati estesi a 95 anni. Ciò fu determinante per impedire che “Steamboat Willie” e altri lavori di grande valore economico e culturale entrassero nel dominio pubblico.

Proprio per questa ragione Disney, lavorando attraverso organizzazioni di settore, ma mantenendo un profilo relativamente basso per evitare di essere l’unica società in prima linea, esercitò una forte pressione politica per ottenere l'estensione del copyright. Per Disney, il personaggio di Mickey Mouse rappresentava non solo un’icona culturale, ma anche un’enorme risorsa economica, la cuiperdita dei diritti esclusivi avrebbe potuto consentire a terzi di riprodurlo e utilizzarlo senza dover pagare licenze, minacciando il modello di business dell’azienda.


Il Mickey Mouse Act solleva questioni fondamentali sul ruolo della legislazione sul copyright nel favorire la creatività e proteggere i diritti dei creatori rispetto all'interesse del pubblico. Storicamente, il copyright fu concepito come un equilibrio tra incentivi economici e accesso pubblico: i creatori ottenevano diritti esclusivi per un periodo limitato, dopo il quale l’opera diventava parte del patrimonio pubblico. Tuttavia, l’estensione del copyright a 95 anni è stata vista da molti critici come un allontanamento da questo equilibrio originario, in favore di interessi aziendali e commerciali, piuttosto che culturali.

Il precedente giuridico creato dal Mickey Mouse Act va oltre la semplice protezione del personaggio, ha infatti influenzato numerosi altri settori dell'intrattenimento, dato che estendendo i diritti di copyright, la legge ha ridotto la quantità di opere che sarebbero potute entrare nel dominio pubblico, limitando la capacità di artisti e creatori di riutilizzare ed adattare opere preesistenti. Questo ha generato un acceso dibattito tra chi ritiene che una maggiore protezione stimoli gli investimenti in nuovi contenuti, e chi vede nell'estensione dei diritti un freno alla circolazione delle idee e alla possibilità di realizzare nuove opere a partire da quelle già esistenti. Questo scontro ha portato alla sentenza della Corte Suprema in Eldred v. Ashcroft (2003), che ha confermato la legittimità dell’estensione dei termini di copyright, respingendo le obiezioni secondo cui l’estensione avrebbe violato la Costituzione degli Stati Uniti.


Nel gennaio 2024, Steamboat Willie è finalmente entrato nel dominio pubblico, il che rappresenta un momento cruciale per la legislazione sul copyright negli Stati Uniti. Questo evento ha aperto la strada a una nuova fase di riflessione sul rapporto tra copyright e cultura popolare, e su come leggi future potrebbero evolversi per bilanciare meglio gli interessi aziendali e quelli del pubblico. Disney, tuttavia, continua a detenere marchi registrati che proteggono le versioni moderne di Mickey Mouse, e questi strumenti legali rimangono una barriera significativa per un uso non autorizzato del personaggio.


Gli interessi in gioco

Nel caso del Mickey Mouse Act e della protezione estesa di opere come Steamboat Willie, emergono tre principali interessi in gioco: economici, culturali, e quelli legati ai diritti d'autore.


Dal punto di vista economico, per aziende come Disney, la protezione della proprietà intellettuale è cruciale per mantenere un vantaggio competitivo sul mercato. Mickey Mouse, come detto precedentemente, è uno dei personaggi più riconoscibili e redditizi al mondo e la sua protezione tramite copyright ha garantito a Disney un monopolio economico su licenze, merchandising ed altre produzioni che coinvolgono il personaggio. La vasta gamma di prodotti e servizi legati al personaggio costituisce un'industria multimiliardaria che va ben oltre i confini del cinema e dell'animazione. La capacità di controllare l'uso e la rappresentazione di Mickey Mouse ha permesso a Disney di monetizzare non solo le creazioni artistiche, ma anche l'immagine e il marchio associati ad esso. In questo contesto, l'estensione del copyright non è semplicemente una questione di protezione legale, ma un meccanismo per mantenere il controllo su una risorsa economica fondamentale.


Sul piano culturale, il prolungamento del copyright ha sollevato preoccupazioni riguardo all'accesso pubblico alle opere che fanno parte del patrimonio collettivo. Mickey Mouse, dopo decenni di esposizione globale, è diventato non solo un simbolo aziendale, ma anche una parte integrante della cultura popolare mondiale. La sua influenza supera i confini commerciali e si manifesta in contesti artistici, sociali e culturali. Molti critici dell’estensione del copyright sostengono che una protezione eccessivamente lunga di personaggi come Mickey impedisce che essi diventino patrimonio comune, limitando la capacità di reinterpretare, trasformare e dare nuovo significato a queste figure iconiche attraverso opere derivative o adattamenti. Un prolungamento eccessivo del copyrightè visto quindi come qualcosa che soffoca la creatività e restringe il contributo che tali opere possono dare al tessuto culturale globale.


È interessante notare inoltre che, nonostante la protezione rigorosa delle proprie opere attraverso l'estensione del copyright, Disney stessa ha tratto ispirazione da numerose opere del dominio pubblico per la creazione dei suoi classici. Fiabe come BiancaneveCenerentolaLa bella addormentata nel bosco e La sirenetta derivano tutte da storie popolari europee o da autori come i fratelli GrimmPerrault, e Hans Christian Andersen, le cui opere sono entrate nel dominio pubblico molto prima che Disney le trasformasse in film iconici. Questo approccio ha permesso a Disney di reinterpretare racconti universali, rendendoli più accessibili al pubblico moderno, proprio come oggi molti creatori potrebbero voler fare con opere come Steamboat Willie una volta entrate nel dominio pubblico. Questo aspetto dimostra come l’ingresso di un’opera nel dominio pubblico può favorire la creatività e portare alla creazione di opere in grado di impattare su un’intera generazione.


Dal punto di vista del diritto d'autore, la questione fondamentale è il ruolo del copyright come incentivo per i creatori. Il copyright esiste per dare ai creatori il tempo e lo spazio per trarre un giusto beneficio economico dalle loro opere, favorendo così un ciclo continuo di innovazione. Tuttavia, il modello attuale negli Stati Uniti, che, come abbiamo visto, comporta durate che possono estendersi fino a 95 anni per opere create da aziende, solleva interrogativi su quanto a lungo debbano essere garantiti tali diritti esclusivi. L'estensione temporale del copyright in casi come quello di Mickey Mouse è stata percepita da molti come una protezione eccessiva, che non riflette più il principio originario di bilanciamento tra incentivo e accesso pubblico. 


Infine, Disney ha sapientemente combinato la protezione del copyright con altre forme di tutela della proprietà intellettuale, come i marchi registrati. Anche se il copyright di Steamboat Willie è scaduto nel 2024, Disney mantiene i diritti sui marchi legati a Mickey Mouse, garantendo una protezione legale continua per l'uso commerciale del personaggio, che va oltre i confini del copyright stesso. Questo sistema di protezione multipla crea una barriera legale che limita notevolmente l'uso commerciale di Mickey Mouse, anche quando la versione originale entra nel dominio pubblico. Questo tipo di protezione è distinta dal copyright e al contrario di questo non ha una scadenza predefinita; può essere rinnovata indefinitamente, a condizione che l'azienda continui a utilizzare il marchio e a presentare la documentazione necessaria. Ciò significa che, anche se le versioni più antiche di Mickey Mouse diventeranno accessibili, Disney può ancora esercitare un controllo significativo sull'uso commerciale del personaggio​.


Un esempio è il controllo che Disney esercita riguardo l'uso di Mickey Mouse su prodotti di consumo, come giocattoli, abbigliamento e altro merchandising. Anche se chiunque potrebbe riprodurre le immagini di Steamboat Willie, Disney potrebbe contestare l'uso commerciale di quelle stesse immagini se utilizzate su prodotti che competono con i propri, sostenendo che l'uso potrebbe creare confusione nei consumatori. Questo accade perché il marchio protegge non solo l'immagine del personaggio, ma anche l'associazione con il brand Disney​.


Questa intersezione tra interessi economici, diritti culturali e legislazione sulla proprietà intellettuale mostra quanto sia complesso bilanciare protezione e innovazione nel contesto moderno, specialmente per personaggi di grande valore come quelli creati da Disney. Questa dinamica complica la situazione per i nuovi creatori che vogliono utilizzare personaggi come Mickey Mouse nelle loro opere, dato che, anche se legalmente possono utilizzare i materiali che entrano nel dominio pubblico, devono fare attenzione a non violare i diritti di marchio di Disney. Ad esempio, la recente creazione di un film horror basato su Winnie the Pooh (“Winnie-the-Pooh - Sangue e miele”), personaggio diventato da poco di dominio pubblico, ha dovuto evitare l'utilizzo di qualsiasi rappresentazione grafica associata alla versione Disney, che è ancora protetta da marchio​.

In pratica, anche dopo la scadenza del copyright, l'utilizzo commerciale di un personaggio potrebbe essere limitato dal diritto dei marchi. Questo protegge non solo l'aspetto e il nome di un personaggio, ma anche l'associazione con determinati prodotti e servizi, impedendo che altri ne traggano vantaggio commerciale senza autorizzazione.


Conclusioni: il futuro della proprietà intellettuale tra cambiamenti e sfide

L'ingresso di Steamboat Willie nel pubblico dominio nel 2024 segna un evento significativo nella storia del diritto d'autore negli Stati Uniti, stimolando dibattiti sul futuro della proprietà intellettuale. La prolungata protezione di personaggi iconici come Mickey Mouse ha evidenziato come gli interessi economici possano influenzare le leggi sul copyright, alterando l'equilibrio originario tra la tutela dei diritti dei creatori e l'accesso del pubblico alle opere culturali. Questo evento apre nuove prospettive per una riflessione sull'evoluzione della legislazione sulla proprietà intellettuale e sul ruolo del copyright nell'era digitale.


Con l'avanzare della tecnologia e la crescente digitalizzazione della cultura, la legislazione sulla proprietà intellettuale si trova a dover affrontare sfide complesse e inedite. Personaggi come Mickey Mouse, protetti per quasi un secolo, rappresentano non solo creazioni artistiche, ma vere e proprie icone culturali globali, con immense implicazioni economiche e sociali. In questo contesto, il futuro della IP si gioca su nuovi equilibri, tra protezione dei diritti economici e libero accesso ai contenuti da parte del pubblico.

Un aspetto chiave del futuro della proprietà intellettuale è l’impatto del digitale e delle piattaforme online sulla creazione, distribuzione e protezione delle opere. Le tecnologie digitali hanno abbassato le barriere di ingresso per la creazione e la condivisione di contenuti, con milioni di opere che circolano liberamente su Internet. In un mondo in cui la riproduzione e la diffusione delle opere sono istantanee e globali, le leggi sul copyright tradizionali, concepite per un’epoca analogica, potrebbero risultare sempre meno efficaci. È probabile che, in futuro, si vedrà una crescente pressione per riformare queste leggi, con l’obiettivo di trovare soluzioni più adatte a un contesto in cui il confine tra creatore e pubblico si sta facendo sempre più sottile.


Un esempio concreto di come il diritto d'autore si stia evolvendo è il crescente utilizzo delle licenze “open” e del “copyleft”, che incoraggiano la condivisione e il riutilizzo delle opere sotto termini meno restrittivi rispetto al copyright tradizionale. Queste licenze permettono ai creatori di mantenere i diritti su determinate parti della loro opera, mentre consentono ad altri di utilizzarla, modificarla e distribuirla con maggiore libertà. Tali modelli sono particolarmente rilevanti nell'ambito dell'arte digitale e della tecnologia, dove la collaborazione è ormai diventata un aspetto fondamentale della creatività contemporanea.

Possiamo quindi osservare come il cambiamento delle leggi sulla proprietà intellettuale avrà inevitabilmente un impatto sull'innovazione tecnologica. Le tecnologie emergenti, come l'intelligenza artificiale, stanno già influenzando il modo in cui vengono create, protette e distribuite le opere, e potrebbero dare forma a nuove modalità di gestione dei diritti d'autore. L'AI generativa, per esempio, è in grado di produrre contenuti nuovi basati su input esistenti, sollevando questioni su chi detenga i diritti d'autore su opere create o co-create da macchine. Nel complesso, il futuro della proprietà intellettuale sarà segnato da un continuo adattamento alle nuove realtà tecnologiche, culturali e commerciali. Il futuro delle leggi sulla proprietà intellettuale dovrà adattarsi a un contesto in continua evoluzione, segnato dall’avanzamento tecnologico e dalla diffusione digitale delle opere. Riforme mirate potrebbero ridurre la durata eccessiva del copyright e favorire un miglior bilanciamento tra incentivazione alla creatività e accesso condiviso alle risorse culturali. Allo stesso tempo, la crescente importanza dei marchi e le nuove tecnologie come l'intelligenza artificiale introdurranno sfide e opportunità, richiedendo un continuo adattamento del sistema legale per garantire che la creatività possa prosperare senza soffocare l’innovazione. Le tensioni tra protezione dei diritti, accesso pubblico e innovazione creativa continueranno a plasmare il dibattito e il caso Disney offre solo uno spunto sulle sfide ed opportunità che ci attendono nei prossimi decenni.

 

 

Fonti:

 

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