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Rivoluzione OpenAI: dalla missione non-profit al colosso da 157 miliardi

Articolo a cura di Matteo Biasetti

Revisione a cura di Carlo Matarazzo



La trasformazione: il caso

OpenAI Inc., società non-profit americana, è pronta a diventare una società di pubblica utilità a scopo di lucro: ciò è quanto emerge dal nuovo round di finanziamento record di circa 6,5 miliardi di dollari, che farà arrivare la società ad una valutazione che sfiora i 157 miliardi di dollari.


A febbraio, la società aveva una valutazione di circa 80 miliardi di dollari, sempre grazie ad altri investimenti da parte di realtà come Thrive Capital e Microsoft, con quest’ultima che ha già fornito 13 miliardi di dollari in passato. Ad oggi, Thrive, SoftBank, Nvidia e Microsoft hanno contribuito maggiormente all'investimento, con la possibilità di riprendersi i finanziamenti se OpenAI non cambierà la sua forma societaria in scopo di lucro.

In aggiunta, il CEO di OpenAI Sam Altman riceverà una quota societaria pari al 7% una volta convertita la società a scopo di lucro, con possibilità di aumenti futuri.


La scelta di una trasformazione societaria deriva principalmente dalla volontà di attrarre più investitori, nonostante il processo possa protrarsi per diversi anni. La questione, tuttavia, hasollevato polemiche, soprattutto con riguardo alla mission iniziale della società, motivo alla base della causa intentata da Elon Musk.


Storia di OpenAI

OpenAI è una società di ricerca sull'intelligenza artificiale senza scopo di lucro, avente come obiettivo lo sviluppo di una IA tale da progredire nel complesso dell'umanità: "senza vincoli dovuti alla necessità di generare un ritorno finanziario, e in quanto libera da obblighi finanziari, è in grado di concentrarsi su un impatto umano positivo". Con questa formula, l'11 dicembre 2015 il blog di OpenAI ha presentato la propria mission al mondo intero.


Fondata nel 2015 da Elon Musk e Sam Altman con un investimento iniziale di circa 1 miliardo di dollari e con sede a San Francisco, essa ha lo scopo di sviluppare un'intelligenza artificiale generale (AGI) sicura e vantaggiosa, per evitare eventuali danni se usata incorrettamente.


Nel 2018 Musk decide di abbandonare il Board di OpenAI per un contrasto di idee: data la necessità di capitale per lo sviluppo dell’IA, la fusione con Tesla avrebbe risolto il problema, a detta di Musk. Dopo il tentativo fallito e l’uscita di Musk, OpenAI decide di entrare in una partnership con Microsoft, mentre Musk, nel 2023, decide di fondare la startup xAi, con l’intenzione di fare concorrenza ad OpenAI.


Nel corso del tempo, OpenAI ha realizzato il modello GPT (Generative Pre-trained Transofrmer), un modello di linguaggio in grado di elaborare risposte partendo da delle istruzioni testuali: da qui la nascita di ChatGPT, partendo da GPT-1, per passare a GPT-2 e GPT-3, arrivando a ChatGPT-4 nel 2023. Nel 2024 sono stati introdotti ulteriori modelli, come GPT-4o, GPT-o1 e Sora, quest’ultimo in grado di creare video partendo da istruzioni testuali. Lo sviluppo di ChatGPT è stato reso possibile grazie ad un costante allenamento su grandi quantità di dati da parte degli utenti che usufruiscono del servizio, ed è stato proprio il trattamento dei dati il movente dell’istruttoria del Garante della Privacy italiano.


Il blocco del Garante della privacy

A marzo 2023, il Garante della privacy decide di bloccare ChatGPT in Italia attraverso una sospensione temporanea dell’algoritmo “finché non rispetterà la disciplina privacy”. L’autorità garante è stata la prima nel mondo a bloccarne l’uso sulla base del mancato rispetto del GDPR europeo per la protezione dei dati personali.

Il Garante ha disposto, attraverso una nota con effetto immediato, “la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI”, aprendo in parallelo un’indagine. Al centro della questione per il Garante si trova il ricorso a dati personali per addestrare ChatGPT, in grado di generare risposte compiute sulla base di istruzioni testuali. Dopo circa un mese, la limitazione provvisoria è stata sospesa grazie ad un adeguamento da parte di OpenAI a delle linee guida dettate dall’Autorità.


Nel 2024 l’Autorità Garante ha invece contestato un altro prodotto di OpenAI: Sora. Per il Garante, è stato posto lo stesso problema del 2023: il trattamento dei dati personali per gli utenti in Europa, specificatamente in Italia. Dopo aver disposto 20 giorni per poter dare spiegazioni sul caso, OpenAI si è conformata ai chiarimenti in merito alle contestazioni.


Nuovi futuri investimenti: valutazione di 157 miliardi

Nonostante le contestazioni sul trattamento dei dati, il focus economico-giuridico si è spostato sul nuovo round di investimento, come confermato da Thrive Capital, investitore leader dell'operazione, con un ammontare pari a circa 1 miliardo di dollari.

Il nuovo flusso di denaro dovrebbe avvenire tramite emissione di obbligazioni convertibili, rimuovendo il limite di profitto attualmente vigente per gli investitori.


Oltretutto, il round di finanziamenti permetterà di incrementare la leadership di OpenAI per la ricerca sull’IA, in quanto già nel 2019 la stessa OpenAI costituì OpenAI L.C., che verrà approfondita successivamente, proprio per attrarre nuovi investitori. In aggiunta, secondo il Financial Times, OpenAI avrebbe chiesto agli investitori di “non sostenere economicamente le concorrenti per lo sviluppo dell’IA: Anthropic e xAi”.


Le peculiarità di questo nuovo round di investimento vertono su due punti principali, di cui uno pone ulteriori questioni legali. Con la valutazione che probabilmente arriverà alla soglia dei 157 miliardi di dollari, paragonabile alla capitalizzazione di società quotate come Goldman Sachs o Uber, OpenAI potrà garantire ad Altman il 7% della quota societaria: ben 11 miliardi di dollari. Non sono tuttavia dati certi trattandosi comunque di proiezioni in base allo sviluppo di OpenAI, ma l’intenzione di assegnare una quota societaria ad Altman è potenzialmente certa.


L'altro punto più delicato riguarda il diritto degli investitori di ritirare gli investimenti: se OpenAI non completerà la conversione societaria in una società a scopo di lucro, gli investitori potranno ritirare gli investimenti.


La struttura giuridica di OpenAI

OpenAI ha una struttura giuridica articolata in due entità principali: OpenAI Inc., non-profit, e OpenAI L.P., for-profit; una terza società, OpenAI L.L.C., permette alla non-profit di controllare la for-profit. Questo modello ibrido è in grado di combinare la mission iniziale e la copertura degli ingenti costi di sviluppo e ricerca.


Nel dettaglio, OpenAI L.P. è una Limited Partnership, molto simile alla società in accomandita semplice in Italia. I due modelli societari presentano delle caratteristiche fondamentali in comune, con alcune differenze; una delle similarità riguarda la composizione: si tratta di una società che si caratterizza per la presenza di due categorie di partner:

  1. Soci accomandatari (General Partner): questi partner rispondono illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni sociali, cui spetta l'amministrazione e la gestione delle operazioni societarie;

  2. Soci accomandanti (Limited Partner): questi partner rispondono limitatamente alla quota conferita, e sono obbligati solo nei confronti della società ad eseguire i conferimenti promessi; in quanto Limited Partners, non rischiano di perdere più di quanto hanno investito.


Una particolarità interessante delle società registrate nel Delaware riguarda, come nel caso di OpenAI, la possibilità di nominare General Partner (quindi socio accomandatario) una Limited Liability Company (L.L.C.). Con questo meccanismo, i membri del Consiglio di amministrazione sono protetti dalla responsabilità limitata della L.L.C., evitando la responsabilità personale illimitata. È proprio questa la ragione per cui OpenAI Inc. controlla indirettamente OpenAI L.P.attraverso OpenAI L.L.C.


Per evitare un conflitto di interessi, è fatto divieto alla maggioranza del Consiglio di amministrazione di possedere partecipazioni finanziarie della for-profit; è comunque permesso solo ad una minoranza del Consiglio di possedere strumenti finanziari del gruppo, privandosi conseguentemente del diritto di voto riguardo a determinati ambiti.

OpenAI L.P. è stata introdotta nel 2019 per formare una struttura capped-profit, quindi con un ritorno sugli investimenti limitato a 100 volte l’investimento iniziale. Con il susseguirsi degli investimenti, nel 2023 Microsoft ha cumulato un impiego di 10 miliardi di dollari in OpenAI L.P., stabilendo un’importante partnership strategica che include un accesso esclusivo ai servizi di cloud computing.


La trasformazione a scopo di lucro

Il direttore tecnico Mira Murati, a seguito della notizia di diventare una società a scopo di lucro, ha inaspettatamente abbandonato la società, insieme ad altri dirigenti di spicco. A detta di Altman, però, il loro licenziamento non è dovuto alla “ristrutturazione societaria”. Secondo il New York Times, Murati è stata una figura chiave per la nascita di strumenti come ChatGPT o DALL-E per la generazione di immagini, traducendosi in una perdita qualitativa importante per OpenAI.

Con queste modifiche, OpenAI diventerà una società a scopo di lucro impegnata per il bene pubblico e sociale, senza più essere controllata dal Consiglio di amministrazione senza scopo di lucro, secondo quanto riferito da Reuters.


Questa rara struttura societaria (Public Benefit Corporation) si differenzia da una società non-profit, in quanto nella non-profit non vi sono proprietari o azionisti, mentre nella PBC vi sono gli azionisti. Oltretutto, una società non-profit è funzionale al beneficio pubblico senza realizzare un profitto. La PBC fa capo invece agli azionisti che si aspettano la realizzazione di un profitto e quindi la rispettiva restituzione del plusvalore sotto forma di dividendi.

La nuova “mission” dell’eventuale società di pubblica utilità riguarda la creazione di beni sociali e l’operare in modo sostenibile, in aggiunta al ramo non-profit di OpenAI che continuerebbe a perseguire obiettivi filantropici, possedendo tuttavia una quota nella società a scopo di lucro.


Un portavoce di OpenAI ha inoltre dichiarato che l’ente non-profit continuerà ad esistere, mantenendo saldo l’obiettivo di creare un’IA che avvantaggi tutti attraverso lo stesso ente non-profit.


In una recente apparizione all’Italian Tech Week di Torino, Altman ha affermato che la ristrutturazione è in via disviluppo da un anno, rimanendo però ancora da comprendere i successivi step per la modifica.

Le ragioni legate alla ristrutturazione di OpenAI sono riconducibili a due ipotesi:

  1. Aumentare la capacità di raccogliere capitali: una società a scopo di lucro potrebbe infatti aumentare gli investimenti e conseguentemente aumentare il processo di ricerca;

  2. Incrementare l’autonomia: la nuova struttura avrebbe una maggiore flessibilità decisionale e un diritto di azione superiore.


La nuova struttura di OpenAI somiglierebbe oltretutto a quella dei principali concorrenti Anthropice xAi, principalmente con l’abolizione del limite al profitto per gli investitori, rendendolo un investimento con ancora più incentivi.


La querela di Musk

Questa scelta ha indubbiamente suscitato forti dubbi da parte di Elon Musk, co-fondatore di OpenAI. La trasformazione della mission principale è stata proprio l'oggetto della causa intentata, per poi finire nel nulla, da Musk: l'obiettivo del 2015 era di sviluppare un'intelligenza artificiale in grado di aiutare l'umanità in modo trasparente e soprattutto mantenendo una struttura non-profit, chiaramente in contrasto con ciò che Altman e OpenAI hanno in programma di fare.


In particolare, Musk ha ritenuto l'accordo con Microsoft del 2019 come una "deviazione significativa dall'idea originaria", dato che in seguito OpenAI ha lanciato ChatGPT, che a detta di Musk funge da "filiale" di Microsoft per massimizzare i guadagni al posto di garantire la sicurezza dell'AI. Per esempio, l’introduzione di tecnologie di OpenAI come Copilot e i servizi AI di Azure ha rafforzato la pretesa di Musk.


L’accusa riguarda le pratiche ingannevoli di OpenAI, e arriva al punto di invocare la Legge RICO (Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act), accusando la società di frode per voler adottare una struttura a scopo di lucro senza informare in modo adeguato i suoi primi sostenitori.


OpenAI ha risposto alle dichiarazioni di Musk con una mozione per respingere la causa, definendola priva di fondamento giuridico ed equiparandola ad una “campagna di molestie” volta a dare a Musk un vantaggio competitivo a xAi. Per OpenAI non sussiste neppure una violazione del contratto o la commissione di frodi, riconducendo la causa a dei disaccordi sulla mission e sul business model di partenza.


La concorrenza: Anthropic, xAi e DeepMind

Come già brevemente detto, OpenAI ha i suoi concorrenti: Anthropic è una società, fondata nel 2019 - a seguito della nomina di Altman ad amministratore delegato -, che opera nel campo dell’intelligenza artificiale, avente come chatbot Claude, simile a ChatGPT.

xAi è invece la società fondata da Musk, che lo scorso anno ha ricevuto un round di finanziamento pari a 6 miliardi di dollari, arrivando ad avere una valutazione di 24 miliardi. Il chatbot in questione è Grok, utilizzato nel social network X, sempre di proprietà di Musk.

Infine, DeepMind di Alphabet, acquistata nel 2014 da Google per 500 milioni di dollari, è un’altra valida rivale di OpenAI, pur presentando alcune differenze. Infatti, DeepMind non diffonde pubblicamente ogni avanzamento tecnologico, mantenendo un certo grado di segretezza.


In conclusione, OpenAI si conferma di anno in anno una realtà in costante evoluzione, soprattutto grazie agli ingenti investimenti esterni che permettono lo sviluppo dell’IA. Seppur la trasformazione a for-profit potrebbe potenzialmente minacciare la mission principale, la ricerca e lo sviluppo sono significativamente accelerati negli ultimi mesi. Tuttavia, solo una volta che sarà completata la trasformazione sarà possibile dare un giudizio sull’operato di OpenAI: ad oggi, è possibile dare una semplice valutazione etica in merito alla mission iniziale di fare del bene all’umanità.



BIBLIOGRAFIA:

5. Struttura giuridica di OpenAI: https://openai.com/our-structure/

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