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Il caso antitrust Hermès: Cavalleri V. Hermès International

Aggiornamento: 15 nov

Articolo a cura di Greta Celestino

Revisionato da Filippo Visconti

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Hermès e il sistema di esclusività nel mercato del lusso

Da molto tempo ormai la maison francese Hermès rappresenta uno dei vertici del settore del lusso. Fondata a Parigi nel 1837 come laboratorio di selleria, l’azienda ha progressivamente ampliato la propria attività fino a diventare un’icona della moda e dell’artigianato di alta gamma. Tra tutte le sue creazioni, sono tuttavia le borse a incarnare meglio l’identità e il successo della maison: modelli come la Kelly, la Birkin e la Constance, in particolare, sono oggi alcuni dei prodotti più riconoscibili e richiesti di Hermès. Il loro prezzo di vendita parte, in genere, da oltre 10.000 dollari e, sul mercato secondario, può facilmente superare i 50.000 o più nei modelli particolarmente rari.

Acquistare una Birkin, tuttavia, è il risultato di un lungo processo di selezione: le poche borse prodotte ogni anno sono vendute esclusivamente in presenza, in boutique selezionate, dove soltanto alcuni clienti considerati fedeli vengono invitati in stanze private a vedere e poi, eventualmente, acquistare un pezzo disponibile. L’accesso alle borse Hermès, infatti, è spesso riservato ai clienti che nel tempo hanno dimostrato una particolare fedeltà al marchio attraverso acquisti ripetuti di altri tipi di articoli del brand.

L’origine della controversia e le accuse a Hermès

Nel marzo 2024, due clienti statunitensi, Tina Cavalleri e Mark Glinoga, hanno promosso un’azione collettiva (class action) contro Hermès International (società francese) e Hermès of Paris, Inc. (filiale statunitense) presso il Tribunale distrettuale del Nord della California, accusando la maison di pratiche anticoncorrenziali contrarie alle leggi antitrust americane. Entrambi i querelanti hanno dichiarato di essersi visti negare la possibilità di acquistare una borsa Birkin nonostante l’interesse espresso e la disponibilità economica, ricevendo invece l’invito dai commessi a comprare prima altri articoli del marchio (come foulard, scarpe o gioielli) per costruire uno storico d’acquisti (purchase history) sufficiente a essere presi in considerazione per l’acquisto di una borsa Birkin. Secondo la domanda giudiziale, Hermès avrebbe adottato una politica commerciale volta a vincolare l’accesso alle celebri borse di Hermès (Kelly, Birkin o Constance bags) all’acquisto di altri prodotti del marchio di qualsiasi genere, costringendo così i consumatori a costruirsi un profilo di fedeltà prima di essere ammessi alla possibilità di acquistare la borsa. Tale prassi, se provata, sarebbe un tying arrangement, ossia una vendita condizionata in cui la cessione di un bene principale (il tying product, in questo caso la borsa) è subordinata all’acquisto di beni secondari (i tied products, in questo caso qualsiasi altro prodotto di Hermès).

 

Le presunte violazioni delle leggi antitrust americane da parte di Hermès

Secondo la denuncia presentata da Cavalleri e Glinoga, Hermès avrebbe violato tre diverse leggi antitrust e di tutela dei consumatori.

La prima accusa riguarda lo Sherman Act, una legge federale che vieta la monopolizzazione del mercato. I querelanti sostengono che Hermès, grazie al potere economico dato dalla forte domanda per le borse Birkin, avrebbe usato questa posizione dominante per spingere i clienti a comprare altri prodotti Hermès prima di poter accedere alla borsa. In questo modo, avrebbe esteso il proprio controllo su altri mercati, limitando la concorrenza.

La seconda e la terza accusa si basano sul Cartwright Act, ossia la legge antitrust della California. Secondo i querelanti, Hermès avrebbe creato un vero e proprio sistema di vendita condizionata (tying arrangement), in quanto solo chi acquista altri prodotti del brand può potenzialmente avere accesso a una Birkin. Questo comportamento, secondo l’atto di citazione, limita la concorrenza e tende a creare un monopolio nelle vendite di prodotti di lusso.

La quarta accusa, infine, si fonda sulla California Unfair Competition Law, che vieta pratiche commerciali sleali. I querelanti affermano che il comportamento di Hermès è illecito perché costringe i clienti a comprare articoli che non vogliono realmente, chiedendo alla corte di fermare la pratica e di far restituire il denaro speso ingiustamente.

La risposta difensiva di Hermès

In risposta alla class action, Hermès ha chiesto al giudice di respingere integralmente la causa, sostenendo che le accuse dei querelanti siano infondate e che non dimostrino una violazione delle leggi antitrust. Secondo la maison, non esiste alcuna reale politica aziendale che imponga ai clienti di acquistare altri articoli prima di poter comprare una borsa Birkin. Anche nel caso in cui le affermazioni dei ricorrenti fossero vere, tali pratiche non rappresenterebbero comunque una violazione delle leggi antitrust, ma rientrerebbero nelle normali strategie commerciali di un marchio di lusso.

La decisione del giudice James Donato

Il 17 settembre 2025, il giudice James Donato del Tribunale distrettuale del Nord della California ha accolto la richiesta di Hermès e ha respinto la class action intentata da Tina Cavalleri e Mark Glinoga. Donato ha affermato che i querelanti non avevano ben definito il mercato rilevante né dimostrato che Hermès avesse un effettivo potere di mercato nel settore delle borse di lusso. In assenza di questi elementi non è quindi possibile parlare di una violazione delle leggi antitrust. Il giudice ha riconosciuto che Hermès può riservare le borse Birkin ai propri clienti più facoltosi e ha precisato che una simile pratica, da sola, non rappresenta un illecito contrario alle leggi antitrust. Inoltre, non si può parlare di monopolio, perché i consumatori hanno comunque la possibilità di acquistare borse di lusso di altri marchi concorrenti, come Chanel o Louis Vuitton.

Con questa motivazione, la corte ha stabilito che la gestione dell’esclusività del prodotto rientra nella libertà commerciale del produttore, e che la selettività di accesso, se non accompagnata da prove di un danno concreto alla concorrenza, non bastano a provare una condotta monopolistica e illecita.


Il recente appello dei querelanti alla Ninth U.S. Circuit Court of Appeals

Nell’ottobre 2025, tre consumatori californiani hanno presentato appello alla Ninth U.S. Circuit Court of Appeals, ossia il tribunale federale di secondo grado che esamina i ricorsi contro le decisioni dei tribunali distrettuali federali, tra cui quello del Nord della California. Nel nuovo ricorso, i querelanti sostengono che la corte di primo grado abbia interpretato in modo troppo restrittivo le norme antitrust, trascurando la potenziale limitazione della concorrenza da parte di Hermès.

Ad oggi l’appello è stato regolarmente depositato, ma non è ancora stato discusso: la corte dovrà valutare nei prossimi mesi se riaprire il caso o confermare la sentenza di Donato. Se la Ninth U.S. Circuit Court of Appeals dovesse confermare la sentenza, la class action sarebbe definitivamente chiusa; se invece accogliesse l’appello, la causa tornerebbe al tribunale distrettuale per un nuovo esame.

Conclusione e rilevanza giuridica del caso

La decisione del giudice Donato, in conclusione, contribuisce a delineare il confine tra una strategia commerciale legittima e una condotta anticoncorrenziale. Si tratta, inoltre, di un utile riferimento per future interpretazioni giurisprudenziali, in quanto potrebbe costituire un precedente per la risoluzione di controversie simili nel settore del lusso. Il caso dimostra infatti che esclusività e concorrenza possono coesistere nel mondo del lusso, e che pratiche basate sulla selettività e sulla scarsità del prodotto non violano automaticamente le leggi antitrust.


 

Bibliografia

https://www.classaction.org/news/herms-bag-lawsuit-alleges-luxury-retailer-illegally-ties-birkin-handbag-buys-to-other-clothing-accessories

http://classlawgroup.com/antitrust/state-laws/california-cartwright-act

https://www.lawcommentary.com/articles/hermes-faces-appeal-over-dismissed-birkin-bag-antitrust-lawsuit

https://www.reuters.com/legal/government/hermes-customers-appeal-loss-us-birkin-bag-antitrust-lawsuit-2025-10-07/

https://www.thefashionlaw.com/the-birkin-battle-isnt-over-plaintiffs-appeal-hermes-antitrust-dismissal/

https://www.pambianconews.com/2025/09/19/non-ce-uno-schema-di-assegnazione-delle-birkin-hermes-respinge-la-causa-antitrust-457375/

https://it.fashionnetwork.com/news/Birkin-introvabili-hermes-prevale-contro-una-nuova-class-action,1765308.html

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