Articolo a cura di Antonina Bekysh e Maria Vittoria Adagio Revisione a cura di Riccardo Moggio
La guerra in Ucraina continua: lo Stato europeo giunge al giorno 1010 del conflitto. Nella giornata del 28 novembre, 100 droni e 90 missili si sono abbattuti su Kiev e altre 13 regioni, colpendo infrastrutture energetiche e lasciando temporaneamente senza elettricità un milione di ucraini. La pioggia di munizioni “a grappolo” che ha preso di mira le infrastrutture civili sarebbe una risposta ai missili Atacms Usa, che hanno raggiunto la Russia nei giorni precedenti, come ha affermato il presidente Putin, citato dall’agenzia Interfax.
Il gestore della rete elettrica ucraina Ukrenergo ha attivato programmi di emergenza di interruzione di corrente nel Paese, in quanto i normali programmi non sono in vigore: icittadini utenti sono stati invitati a risparmiare l’energia elettrica a disposizione per contribuire a stabilizzare la rete. Le regioni prese di mira sono soprattutto Odessa, Kherson e Mykolaiv.
Cosa ha comportato questo attacco? Certamente centinaia di migliaia di famiglie ucraine sono oggi senza elettricità a causa del massiccio attacco missilistico: nella regione di Leopoli, 523.000 utenti sono senza elettricità; lo stesso nelle regioni di Rivne e Volina, in cui un totale di 500.000 utenti si trova senza corrente elettrica a causa di diverse interruzioni. I trasporti sono bloccati, così come l'erogazione dell’acqua, e un’altra importante conseguenza è la chiusura delle scuole.
La devastazione prodotta da attacchi, precedenti e attuali, esprime l’esplicita intenzione della Russia di lasciare al gelo l’Ucraina.
LE VIOLAZIONI DI DIRITTI UMANI ACCERTATE NEL 2023
Attacchi a infrastrutture fondamentali come quelle colpite il 28 novembre creano situazioni tali da minacciare la vita delle persone, soprattutto di quelle più vulnerabili, come le persone anziane e minori, e quelle ricoverate in ospedale. Dal giorno dell’invasione su vasta scala della Russia, nel febbraio 2022, fino a fine novembre, l’Onu ha registrato 28.711 vittime civili, di cui 10.058 decedute. L’economia ha continuato a contrarsi in modo significativo, ed è cresciuta la dipendenza da sovvenzioni e prestiti esteri.
Nondimeno, negli anni l’occupazione Russa ha perpetrato la violazione di diritti fondamentali espressamente previsti da trattati internazionali
Le infrastrutture civili sono state sistematicamente prese di mira: durante i mesi invernali,le forze russe, come detto in precedenza, hanno cercato di distruggere maggiormente le infrastrutture energetiche, per massimizzare la sofferenza dei civili.
La Russia si è ritirata dall’iniziativa dei cereali del Mar Nero, un’iniziativa che consente in particolare di esportare volumi significativi di prodotti alimentari da tre porti chiave ucraini nel Mar Nero: Odessa, Chornomorsk e Yuzhny. L’accordo è stato firmato il 27 luglio 2022 a Istanbul: esso apriva la strada a merci come grano, prodotti alimentari e fertilizzanti ucraini, permettendo loro di raggiungere i mercati globali. In aggiunta, l’accordo ha contribuito a stabilizzare i prezzi dei prodotti alimentari in tutto il mondo, nonché ascongiurare le carestie nei paesi a basso reddito. A seguito del suo ritiro, la Russia ha inoltre attaccato altre infrastrutture essenziali, tra cui gli impianti di stoccaggio ed esportazione del grano a
Odessa e in altri porti.
Quanto ai prigionieri di guerra, la Russia ha negato costantemente l’accesso ai prigionieri ucraini nei territori occupati, portando avanti torture e altri maltrattamenti; le forme più comuni denunciate comprendevano percosse, privazioni del sonno, fornitura inadeguata di acqua e cibo, periodi prolungati in posizioni dolorose e rifiuto di fornire assistenza sanitaria e igiene personale adeguate. È dunque chiara l’incongruenza con la terza convenzione di Ginevra, la quale afferma che i prigionieri di guerra devono essere trattati umanamente, alloggiati adeguatamente e forniti di cibo, vestiti e cure mediche sufficienti. Alcuni prigionieri sono stati processati per presunti crimini di guerra, come Makysm Butkevych, un importante difensore dei diritti umani ucraino che è stato tenuto in incommunicado , ovverosia in segregazione, prima di ricevere 13 anni di reclusione per presunti crimini di guerra che non avrebbe potuto commettere, ma che è stato costretto a confessare davanti alla telecamera. Dall’altro lato, secondo l’ONU, 12 prigionieri di guerra russi internati in Ucraina hanno denunciato torture durante gli interrogatori e le evacuazioni prima di raggiungere luoghi di internamento.
Rimane in vigore la deroga fraudolenta al diritto alla libertà di espressione, che avrebbe portato, tra marzo 2022 e novembre 2023, a 443 condanne. Secondo la OHCHR, l’Ufficio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, alla fine di luglio oltre 2000 procedimenti penali erano stati aperti, ai sensi dell’articolo 436-2 del codice penale ucraino, che punisce “la giustificazione, il riconoscimento della legittimità e la negazione dell’aggressione armata alla federazione Russa contro l’Ucraina, e la glorificazione dei suoi partecipanti”.
Con riguardo al territorio russo, le limitazioni di libertà di espressione e di stampa non sono di certo iniziate con l’invasione; tuttavia, una settimana dopo l’invasione la Russia ha introdotto nuove leggi per censurare ogni forma di protesta contro la guerra. La legge sulle fake news e sul discredito dell’esercito, secondo un provvedimento aggiunto al Codice penale nel 2022 ed entrato in vigore il luglio del 2023, prevede che le informazioni sulle attività dell'esercito siano conformi esclusivamente a quanto reso pubblico dal governo. Quanto ai media, dal luglio 2022, una nuova legge federale permette che un media possa essere chiuso per tre mesi o definitivamente senza che sia necessaria la sentenza di alcuna corte. Rimane sempre molto elevato il numero dei giornalisti perseguitati e uccisi in Russia, e solo il 2022, in concomitanza con la guerra, il paese ha visto un esodo di circa mille giornalisti dal paese.
La situazione è cruciale anche per quanto riguarda la libertà di religione e credo: a ottobre,il parlamento ha adottato in prima lettura un progetto di legge che vieta l’attività delle organizzazioni religiose affiliate ad "associazioni il cui centro di influenza si trova nello stato che ha commesso l'aggressione armata contro l’Ucraina”.
Fortemente violati sono anche i diritti delle persone anziane, che sono la fascia della popolazione probabilmente più afflitta, come mostrano le percentuali: le persone in anzianità sono state le persone uccise e ferite maggiormente rispetto agli altri civili. La maggior parte degli sfollati sono anziani, le cui pensioni basse rendono impossibile trovare un alloggio da soli. Molti finiscono nelle scuole o in altri tipi di infrastrutture pubbliche progettate per ospitare sfollati, che non sono però preparate per rispondere alle esigenze particolari che necessitano, in particolare per chi è affetto da disabilità.
Un’altra infrazione si evince dalla violazione del diritto a un ambiente salubre: l’aggressione russa ha causato enormi danni ambientali, compreso l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, e il degrado della natura. Le infrastrutture per la gestione dei rifiuti sono state travolte da enormi quantità di detriti e rifiuti pericolosi. Secondo le Nazioni Unite, tra febbraio 2022 e marzo 2023 si sono verificati 1800 episodi di guerra che potrebbero aver causato danni.
La Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel Paese, in un rapporto dell’ottobre del 2023, ha espresso preoccupazione per la sorte dei bambini ucraini, alcuni dei quali affidati a degli istituti, per poi essere trasferiti in altre località all’interno delle are occupate o deportati in Russia. Sono stati menzionati in particolare i casi di bambini mandati in campi estivi in Russia, senza che siano mai tornati a casa e che dunque non sono ancora riuniti con le loro famiglie.
LA CONTROVERSIA DIETRO LE PRINCIPALI SANZIONI EUROPEE ED INTERNAZIONALI
Vista la violazione dei diritti e dei valori riconosciuti dall’Ue e dai suoi stati membri, sono stati finora adottati 14 pacchetti di sanzioni, mirate a indebolire la base economica della Russia. Certi provvedimenti sono anche stati presi nei confronti di Paesi sostenitori della guerra tra cui la Bielorussia, Iran e Corea del Nord. Che cosa comprendono però nello specifico queste sanzioni e fino a quale punto possono essere definite efficaci?
Si tratta di misure prevalentemente economiche che comprendono, tra diversi altri, settori come quello finanziario e quello commerciale ed energetico.
Dal punto di vista finanziario, l’UE ha attuato, ancora agli inizi dell'invasione russa su piena scala, un blocco dell’accesso al servizio di pagamenti internazionali SWIFT per 7banche russe. “La rete SWIFT consiste in un sistema privato di messaggistica finanziaria che consente agli istituti (e privati) aderenti di comunicare tra loro in modalità sicura ed efficiente”. Non si tratta quindi di un sistema di pagamento diretto ma di uno identificativo, comunque di grande rilevanza in quanto viene utilizzato per 42 milioni di transazioni ogni giorno da oltre 11.000 istituti in più di 200 Paesi. Ciò ha sicuramente comportato un effetto negativo sulle transazioni finanziarie con la Russia, ma l’impatto di tale misura resta comunque limitato in quanto il Paese ha poi introdotto un sistema analogo denominato SPFS. Anche se per il momento quest’ultimo opera principalmente a livello nazionale, ci sono state iniziative per farlo riconoscere anche negli scambi commerciali con la Cina. A ogni modo, il blocco riguarda soggetti stabiliti e controllati in Russia, e cioè entità che detengono oltre il 50% dei diritti di proprietà di tali istituti. Di conseguenza, una buona parte di banche filiali e subsidiary risultano avere ancora l’accesso agevolato al sistema SWIFT e oltre a queste, continuano a detenerlo anche le banche Gazprombank e la SberBank, gruppo bancario russo più grande, presumibilmente per l’esigenza di consentire i pagamenti per gas e metano internazionalmente. È evidente perciò che l’impatto di tale blocco rimane alquanto contenuto, nonostante il disguido che comporta per le imprese europee nel dover utilizzare metodi di comunicazione alternativi e più tradizionali per i pagamenti per la Russia.
Per quanto riguarda la sanzione più rilevante nell’ambito commerciale ed energetico invece è opportuno nominare il tetto sui prezzi per il trasporto e l’acquisto del petrolio greggio. Il cosiddetto price cap è il prezzo massimo a cui gli acquirenti possono acquistare un determinato bene. Questo provvedimento ha avuto un impatto evidentemente basso in quanto la Russia è riuscita a creare la sua “flotta fantasma” che riesce a vendere barili di greggio sopra i 60 dollari posti da divieto, raggiungendo addirittura il prezzo di 80 dollari. I servizi marittimi europei trasportavano circa tre quarti del greggio russo prima dello scoppio della guerra in Ucraina, proporzione che è scesa a un terzo nel giugno 2023 dopo l’implementazione del limite nel fornire tali servizi.
Nonostante però i risultati ottenuti nei primi sei mesi, l’agenzia internazionale per l’energia ha fatto notare che “i ricavi delle esportazioni di petrolio di Mosca sono aumentati di quasi l’11% a 18,8 miliardi di dollari a giugno 2023, raggiungendo il livello più alto da luglio 2022 grazie all’aumento di volumi e prezzi”. La Russia infatti ha provveduto ad acquistare vecchie navi per il trasporto del greggio e ha creato i propri sistemi assicurativi. Secondo l’istituto economico KSE con sede a Kyiv, sono circa 185 le navi che lasciavano i porti russi nell’ottobre dell’anno scorso, trasportando circa 2,6 milioni di barili di greggio al giorno. D’altronde come si potrebbe sperare nell’efficacia di tale price cap se i dati di spedizione mostrano che gli stessi attuatori, i G7, nei primi mesi del 2023 continuavano a esportare metà del petrolio russo sulle proprie navi? Per di più, il 96% di tali esportazioni mostrano che il prezzo medio per barile arrivava oltre i 70d/b, significando che almeno 24 milioni di barili sono stati esportati violando il price cap previsto dall'Ue. Teoricamente la fissazione di un tetto per il petrolio greggio avrebbe comportato una rilevante diminuzione delle entrate russe, danneggiando considerevolmente la sua economia e il suo commercio, però la mancanza di controllo, di adesione e di assunzione di responsabilità da parte dell’ue ha portato a tutt’altri risultati insoddisfacenti.
Oltre alle misure direttamente indirizzate contro lo Stato, ci sono anche quelle contro entità e persone specifiche, che per ora sono state individuate essere oltre 2300. Si tratta infatti di partiti politici, gruppi parlamentari come Wagner, banche, organizzazioni di media e tante altre entità ancora. Per tali individui le misure comprendono il divieto di transito nei Paesi UE, l'indisponibilità di fondi e il congelamento dei beni di cui, tra l'altro, nel luglio del 2024, l’Ue ha messo a disposizione il primo pagamento di 1,5 miliardi di euro per restauri per l’Ucraina. A livello globale, secondo il mandato d’arresto di Putin emesso dalla Corte Penale Internazionale, in quanto ritenuto responsabile per la deportazione illegale di bambini ucraini, sussiste l’obbligo per qualunque stato che abbia ratificato lo Statuto di Roma di procedere all’arresto del Presidente russo, qualora quest’ultimo dovesse varcare i confini del Paese membro della CPI. La prima volta che si presentò una tale situazione avvenne quest'anno a settembre quando Vladimir Putin fece visita al Presidente della Mongolia, Ukhnaagiin Khurelsukh. Quest’ultimo, al posto dell’arresto, lo accolse con una grande cerimonia di benvenuto dimostrando così quanto sia fragile la giustizia internazionale e quanto l’applicazione delle sentenze della Corte Penale Internazionale dipendano dalla discrezionalità dei singoli stati.
CONCLUSIONE
Alla luce dei crimini commessi dalla Russia nei confronti dell’Ucraina non è possibile negare l'infinita lista di normative internazionali, valori europei e diritti umani che sono stati violati. L’unione europea si è dimostrata propensa a intervenire insieme ai suoi stati membri, proprio come tanti altri paesi nel mondo ma al contempo risulta comunque evidente che non tutte le sanzioni adottate abbiano portato ai risultati sperati. Il conflitto procede e continua a influire sulla vita di milioni di cittadini, cambiando il loro presente e marcando il loro futuro per sempre. Il minimo che spetta a ciascuno di noi è di almeno non dimenticare che appena fuori dalle nostre porte, c’è ancora una brutale e ingiustificata guerra in corso, causata dall’invasione russa.
BIBLIOGRAFIA:
Introduzione
Violazione dei diritti
https://unric.org/it/cose-liniziativa-del-mar-nero/#:~:text=L'Iniziativa%20del%20Mar%20Nero%2C%20concordata%20dalle%20Nazioni%20Unite%20con,per%20la%20sicurezza%20alimentare%20globale.
Sanzioni europee e internazionali https://inomics.com/it/terms/i-tetti-massimi-di-prezzo-1460806#:~:text=Un%20tetto%20massimo%20di%20prezzo,un%20particolare%20bene%20o%20servizio.
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