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Nvidia, OpenAI e l’investimento da 100 Miliardi

Aggiornamento: 2 giorni fa

Articolo a cura di Carlo Matarazzo

Revisione a cura di Matteo Biasetti

Introduzione

Il 22 settembre 2025, dopo un anno di successi che hanno portato Nvidia ad una capitalizzazione di circa $4.5 trilioni, la società ha deciso di stabilire una partnership epocale dal valore di 100 Miliardi di dollari con la realtà californiana diventata ormai sinonimo di Intelligenza Artificiale: OpenAI.

Questa collaborazione non è un semplice investimento, bensì l’inizio di una vera e propria simbiosi, in grado di formare una copertura totale delle risorse necessarie per il totale controllo del mercato dell’AI, garantendo una base quasi indistruttibile per le future ricerche ed investimenti di OpenAI.

L’accordo è stato stipulato attraverso la forma del vendor financing, strumento con cui il finanziamento avviene tramite un prestito da parte del fornitore, per far si che il richiedente possa successivamente acquistare i prodotti del fornitore stesso. Questo tipo di investimento, sia per la sua natura che per il suo tipo, ha creato grosse preoccupazioni per l’antitrust, incentivando controlli da parte delle autorità negli Stati Uniti e in Europa; in particolare, in questo caso, il finanziamento andrebbe a spronare sempre di più la creazione di un oligopolio computazionale, in grado di creare barriere all’ingresso proibitive per tutti gli altri player del mercato.

La storia di Nvidia

Ad oggi, Nvidia si colloca tra le società più importanti della Silicon Valley: fondata nel 1993 a Santa Clara, California, ha sin da subito cercato di distinguersi per l’elaborazione grafica. Nel 1999, la società ha rivoluzionato l’intero settore grazie alla introduzione della GPU (Graphics Processing Unit), in grado di trasformare radicalmente l’esperienza nei videogiochi.

Negli anni successivi, Nvidia ha espanso il suo mercato addentrandosi dapprima nel deep learning e calcolo scientifico, per poi approcciarsi alla intelligenza artificiale. Nel 2006, infatti, fu creata la piattaforma CUDA, in grado di sfruttare al massimo la GPU per programmatori in ambito di ricerca tecnologica.

Tuttavia, recentemente, non è stato il mercato del gaming (o meglio, delle GPU consumer aimed) a far crescere Nvidia, bensì quello dei data center, come dopotutto si può evincere da questo articolo; per fare un paragone, nel 2020 il ricavo dei data center è passato da $655 milioni per trimestre a ben $35.6 miliardi nel Q4 del 2024, una crescita del 54x che rende quest’ultimo il settore principale per la società in termini di revenue, costituendo circa il 90%. Il gaming, invece, è passato da $1.3 a $2.5 miliardi, indicando un cambio di rotta monumentale per quello che sarà il core business di Nvidia nel futuro.

Il funzionamento dell’alleanza

L’accordo, formalizzato attraverso una lettera di intenti, ha come obiettivo principale l’implementazione di almeno 10 gigawatt di sistemi Nvidia per l’infrastruttura necessaria per l’intelligenza artificiale di nuova generazione di OpenAI.

È fondamentale capire come l’impegno di Nvidia ad investire fino a 100 miliardi non avverrà attraverso un pagamento forfettario; il meccanismo funzionerà attraverso dei pagamenti progressivi, sbloccati per ogni gigawatt installato, con la prima trance da 10 miliardi legata all’installazione del primo gigawatt.

Come visto precedentemente, il meccanismo è identificabile con il termine vendor financing, dato che il finanziamento di Nvidia verrà utilizzato da OpenAi per acquistare l’hardware di Nvidia stessa, garantendo un profitto per entrambe le società: la prima si assicura in questo modo un flusso di entrate a lungo termine, rafforzando sia i bilanci aziendali che il modello di business, in questo modo protetto dalle ciclicità del mercato; la seconda, invece, ha in questo modo accesso ad una potenza di calcolo che non avrebbe potuto altrimenti implementare.

Un aspetto fondamentale riguardante l’investimento è la partecipazione di Nvidia in OpenAI attraverso azioni senza diritto di voto; l’assenza del diritto di voto è cruciale, dato che l’investitore principale in OpenAI è Microsoft; quindi, una governance divisa avrebbe potuto portare a dei conflitti di interessi.

La prima fase del progetto, comprendente il primo gigawatt di infrastrutture, è prevista per la seconda metà del 2026, e sarà basata sulla futura architettura dei chip Vera Rubin di Nvidia.

La strategia d’investimento di Nvidia

La società Californiana ha una strategia ben precisa: tessere una ragnatela di alleanze in grado di posizionarla come riferimento centrale dell’intera economia basata sull’AI.

Questo piano è identificabile anche dall’investimento, avvenuto poco prima dell’accordo di OpenAI, di circa 5 miliardi di dollari in Intel, che ha portato all’acquisizione di una quota di circa il 4%; in questo modo Nvidia ha attribuito ad Intel il capitale necessario per “riprendere il ritmo”, creando allo stesso tempo un rivale americano alla taiwanese TSMC, comportando il raggiungimento di un duplice obiettivo: da un lato si ottiene una diversificazione della supply chain, riducendo sia la dipendenza che i rischi che potrebbero derivare dal monopolio di TSMC, specialmente in questo periodo di forti tensioni geopolitiche; dall’altro lato conferisce alla società un’influenza sulle future architetture dei chip di Intel, garantendo che un concorrente rimanga in partita e riducendo il potere contrattuale di TSMC ed AMD.

Inoltre, la strategia di Nvidia non finisce qui: attraverso il programma Nvidia Inception, la società supporta migliaia di startup, assicurandosi che fin da subito le infrastrutture siano progettate sulle piattaforme Nvidia/CUDA, creando un forte effetto di lock-in.

La strategia di OpenAI

L’alleanza con Nvidia rappresenta un punto di svolta per OpenAI dato che, come ha dichiarato Sam Altman, CEO di OpenAI, “Tutto inizia con il calcolo”, dimostrando quindi come la potenza di calcolo sia l’aspetto più importante per il raggiungimento dell’Intelligenza Artificiale Generale (AGI), obiettivo di OpenAI.

Il progetto principale per aumentare la potenza di calcolo avverrà attraverso il cosiddetto “Stargate Project”: questa joint venture, nata con quattro finanziatori iniziali (SoftBank, OpenAI, Oracle e MGX), punta ad investire 500 miliardi di dollari in quattro anni per costruire un’infrastruttura di AI su scala nazionale negli Stati Uniti per OpenAI.

Sia il progetto che la nuova alleanza con Nvidia puntano ad incrementare esponenzialmente la potenza di calcolo necessaria per i futuri modelli di OpenAI. Questa necessità è dimostrata dall’aumento sostanziale delle GPU utilizzate per addestrare i vari modelli: GPT-3 è stato addestrato su un supercomputer Microsoft con 10.000 GPU Nvidia V100, mentre si stima che GPT-4 abbia richiesto un cluster di circa 25.000 GPU Nvidia A100.


Antitrust e Questioni Geopolitiche

La dimensione dell’accordo Nvidia-OpenAI solleva inevitabilmente delle domande da parte dell’autorità antitrust, dato che, a causa dell’entità degli accordi tra il fornitore di chip e lo sviluppatore dominante di modello di AI, si potrebbe definire questo accordo come una sorta di “cartello” di fatto.

Il timore principale riguarda il trattamento preferenziale che si potrebbe creare tra Nvidia ed OpenAI rispetto ad altre società AI; questa preferenza potrebbe manifestarsi in vari modi, come ad esempio una riduzione dei prezzi o l’accesso prioritario a nuove tecnologie.

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) e la Federal Trade Commission (FTC) hanno già messo in guardia le grandi società tecnologiche dall’utilizzare le loro dimensioni per dominare il settore dell’AI.

Il problema principale riguarda la contrapposizione tra i principi a favore della concorrenza agli obiettivi di sicurezza nazionale di politica industriale.

Dal punto di vista dell’antitrust, l’accordo appare problematico; tuttavia, da una prospettiva geopolitica, crea un potente player nel mercato globale, basato negli Stati Uniti. Quest’ultimo punto è evidente nel Progetto Stargate, che ha come obiettivo esplicito quello di “garantire la leadership americana nell’AI” e “proteggere la sicurezza nazionale”.  

L’accordo con AMD

Una notizia inaspettata riguarda l’accordo tra OpenAI e AMD, annunciato il 6 Ottobre 2025, poche settimane dopo l’annuncio con Nvidia. Attraverso l’annuncio, OpenAI ha indicato che inizierà ad utilizzare i chip di AMD nella seconda metà del 2026 per la costruzione di nuovi data center, separati da quelli che OpenAI aveva già precedentemente annunciato di voler costruire in Texas, New Mexico, Ohio e nel Midwest.

La scala di questo progetto sarà paragonabile all’accordo con Nvidia, dato che OpenAI ha in mente di utilizzare abbastanza chip AMD da raggiungere il consumo di 6 gigawatt di energia.

Mentre l’accordo con Nvidia riguarda il fornitore che investe nell’utilizzatrice, qui ci troviamo a parti inverse, dato che l’accordo con OpenAI permetterà a quest’ultima di comprare fino a 160 milioni di azioni in AMD, equivalenti al 10% di ownership in AMD.

Grazie all’annuncio, il valore delle azioni di AMD è salito del 20% in premarket, mentre quello di Nvidia è leggermente sceso. Questo momento potrebbe essere l’inizio di una nuova era per AMD, dato che, a differenza di Nvidia, il mercato principale della società è ancora focalizzato sul gaming, con un revenue pari a $3.6 miliardi nel secondo trimestre, rispetto ai $3.2 miliardi dei Data Center. Nei prossimi anni si potrà vedere se questo punto di partenza sarà in grado di segnare una separazione tra i due settori simile a ciò che è avvenuto con Nvidia.  

Considerazioni finali e prospettive future

L’alleanza Nvidia-OpenAI segna l’inizio di un’era in cui la strategia aziendale è strettamente legata alla strategia computazionale, facendo diventare quest’ultima un aspetto fondamentale del vantaggio competitivo. L’industria dell’AI si sta sempre di più consolidando attorno a poche società in grado di sostenere investimenti infrastrutturali da centinaia di miliardi di dollari, causando delle barriere all’ingresso non indifferenti per le società più piccole ed i modelli open-source.

Tuttavia, l’alleanza rimane una scommessa basata su una prospettiva di un’economia globale futura costruita attorno all’intelligenza artificiale generativa; qualora questa scommessa dovesse rivelarsi vincente, i monumentali investimenti effettuati non saranno neanche paragonabili ai potenziali guadagni; tuttavia, l’esito di questa scommessa si potrà vedere soltanto in futuro.



Bibliografia

https://www.business-standard.com/world-news/chipmaker-nvidia-plans-to-invest-up-to-100-billion-in-startup-openai-125092201338_1.html

https://fastforward.boldstart.vc/nvidia-and-openai-play-the-circle-game/

https://www.ilsole24ore.com/art/nvidia-offre-stampella-intel-investendo-5-miliardi-storico-produttore-chip-AHPBSshC

https://apnews.com/article/nvida-intel-chips-investment-73c307d2f6ceccd6854d6666775358f3

https://www.nvidia.com/en-us/startups/

https://openai.com/index/announcing-the-stargate-project/

https://economictimes.indiatimes.com/news/international/us/nvidia-becomes-first-company-to-reach-4-5-trillion-market-cap-as-nvda-stock-hits-all-time-high-near-190-heres-what-analysts-say-about-the-race-to-5-trillion-and-how-high-nvda-stock-could-go-next/articleshow/124277136.cms?from=mdr

https://www.cbsnews.com/news/nvidia-invest-in-intel-ai-chip-partnership/

https://www.reuters.com/legal/litigation/nvidias-100-billion-openai-play-raises-big-antitrust-issues-2025-09-23/

https://incomeshares.com/en-eu/insights/nvidia-revenue-change-since-2020

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